martedì 26 luglio 2016

I profughi protestano al parco contro il Comune: «Ridateci il wi-fi gratis»

Parco blindato in tutti gli accessi e anche all'interno per la manifestazione della Rete solidale e dei profughi contro l’amministrazione comunale per riavere il wi-fi libero. 


Una cinquantina di persone, metà delle quali richiedenti asilo, ieri pomeriggio hanno partecipato, al parco di San Valentino, alla manifestazione con il Comune che ha chiuso l'accesso gratuito alla rete e per attaccare anche il senatore del Partito Democratico Lodovico Sonego che nei giorni scorsi si era a sua volta schierato contro il wi-fi gratuito. 

sabato 23 luglio 2016

Terrore a Monaco, dopo Nizza. La lunga notte dell'Europa

A pochi giorni dall'attentato di Nizza, il cuore dell'Europa è ancora una volta colpito e violato. Questa volta tocca alla Germania con dieci morti e molti feriti. Ad agire, ancora una volta, un lupo solitario che avrebbe gridato durante l'azione: "Sono tedesco". 


Impossibile, ancora a molte ore dalla sparatoria, tirare una conclusione e fare un'analisi con elementi compiuti e definitivi.
  Ma un elemento su cui ragionare esiste: l'Europa è al centro di attacchi di diversa natura con una tempistica senza precedenti. Si può colpire con un attacco terroristico studiato e sincronizzato e con la partecipazione di molti attentatori come a Parigi o a Bruxelles.
 O si può fare da soli con una rapida islamizzazione. O senza. Si può colpire con un camion, con un'ascia su un treno, con una pistola. Ma si colpisce. Quasi senza soluzione di continuità, si colpisce un'Europa attonita e fragile, timida e indifesa, alle prese con le grandi crisi di inizio millennio, dalla profonda crisi economica a quella dei migranti e dei rifugiati, dalla lotta al terrorismo alla globalizzazione. Un'Europa senza risposte e senza solidarietà, senza memoria e senza coraggio. La lunga notte di Monaco sembra lo specchio della lunga notte dell'Europa.

mercoledì 6 luglio 2016

Tassista trova 170.000 euro sul sedile e li restituisce: ecco a chi appartenevano...

Un tassista trova 187 mila dollari (poco meno di 170 mila euro) sul sedile della sua auto e li restituisce. Il buon samaritano è di Boston, in Massachusetts: dopo aver effettuato la sua ultima corsa si è accorto della presenza di una borsa sul sedile posteriore.  Dopo averla aperta nel tentativo di recuperare una carta d'identità del legittimo proprietario, ha avuto la sorpresa di scoprire che la borsa conteneva denaro contante. 


Invece di tenere i soldi per sé, l'uomo è andato dalla polizia e gli agenti non hanno potuto fare a meno di trattenere lo stupore quando si sono visti davanti così tante banconote.  Dopo alcune ricerche è risultato che il denaro apparteneva ad un senzatetto ed era frutto di un'eredità lasciatagli dal padre morto di recente. Il tassista ha detto che non è la prima volta che trova denaro. Circa 30 anni ha ritrovato 10mila dollari e anche in questo caso si è subito recato dalla polizia.  «Li ho restituiti - ha detto - e non mi hanno dato niente in cambio. A volte ti lasciano una buona mancia, a volte no». Questa volta è stato più fortunato perché il senzatetto gli ha regalato cento dollari.

Manuela, la piccola migrante nata su nave italiana: la madre soccorsa su un gommone

Alle 21 di ieri, a bordo della Nave Bettica, unità della Marina Militare inserita nel dispositivo nazionale di sorveglianza marittima Mare Sicuro, è nata la piccola Manuela, figlia di una donna camerunense soccorsa nella giornata di ieri da un gommone in difficoltà.  


Durante le fasi del parto mamma e bambina, che sono in ottime condizioni di salute, hanno ricevuto le cure di un pediatra e un'ostetrica (da cui la bambina ha preso il nome) della Fondazione Francesca Rava NPH Italia-Onlus presenti su nave Bettica e dall'infermiere di bordo. Questo, dopo il fiocco «azzurro» per la nascita di Francois Manuel lo scorso 27 giugno, è il secondo lieto evento a bordo di Nave Bettica, questa volta «rosa» per la nascita di Manuela. Nave Bettica ha appena iniziato il suo viaggio verso il Porto di Reggio Calabria con a bordo 977 migranti e la neo arrivata, dove arriverà nel pomeriggio di oggi.

Pistorius condannato: 6 anni di carcere per l'omicidio della fidanzata Reeva

Oscar Pistorius, riconosciuto colpevole di omicidio volontario, è stato condannato a sei anni di carcere in appello per l'uccisione della sua fidanzata Reeva Steenkamp nel febbraio del 2013. Lo ha deciso il giudice Thokozile Masipa del Tribunale di Pretoria. L'ex atleta paraolimpico in primo grado era stato condannato a cinque anni per omicidio colposo.


La vicenda, che ha catturato l'attenzione dell'opinione pubblica sudafricana e mondiale, ebbe inizio il 14 febbraio del 2013, quando l'atleta sparò alla Steenkamp, colpendola a morte, attraverso la porta del bagno del suo appartamento di Pretoria. Durante il primo processo, nel marzo del 2014, Pistorius sostenne di aver scambiato la fidanzata per un ladro. Per l'accusa si trattò invece di un omicidio intenzionale a seguito di una lite. La giudice Thokozile Masipa accettò la ricostruzione dell'atleta, condannandolo a cinque anni di carcere per omicidio colposo.  Nel dicembre 2015 la Suprema corte d'Appello ribaltò il verdetto in omicidio. Dopo avere ascoltato nuove testimonianze e riesaminato la vicenda, la giudice Masipa dovrà stamani emettere una nuova sentenza per omicidio. La pena minima in Sudafrica per un incensurato è di 15 anni di carcere, ma avendo già scontato una parte della pena e potendo beneficiare di alcune attenuanti, il 29enne Pistorius potrebbe cavarsela con una sentenza più mite.  Pistorius ha già trascorso un anno di prigionia nel carcere Kgosi Mampuru II di Pretoria, prima di essere assegnato agli arresti domiciliari nell'abitazione dello zio nell'ottobre del 2015. Se oggi, come previsto, verrà emessa una sentenza di condanna, Pistorius verrà trasferito immediatamente in carcere, in attesa che i suoi legali presentino un eventuale appello.

sabato 2 luglio 2016

Restauro del Colosseo, termina la prima fase. Renzi "Simbolo dell'Italia di oggi".

"Questo Colosseo restaurato è il simbolo dell'Italia di oggi". Così ha detto il Premier Matteo Renzi, ieri, mentre si trovava nell'arena dell'Anfiteatro Flavio, per la presentazione ufficiale della prima fase dei restauri finanziati per 25 milioni di euro dal Gruppo Tod's di Diego e Andrea Della Valle, ringraziati anche dalministro Franceschini.  


La conclusione dei lavori è avvenuta con un paio di mesi di anticipo, rispetto ai due anni previsti. Ripuliti il prospetto nord, quello meridionale e le nuove cancellate, con un lavoro di mappatura fotografica (13.000 foto) e poi di pulitura.  ​"Una start up tra pubblico e privato", è stata definita l'operazione dal titolare del Mibact. E infatti alla fine della serata si è tenuto un esclusivo party vip, per circa trecento invitati, con visita ai restauri, e concerto finale con l'orchestra dell'Accademia Teatro alla Scala, diretta da Zubin Mehta. Ad aprire il concerto, l'Inno di Mameli.   Erano presenti esponenti del mondo dell'industria italiana, dell'alta finanza e dell'editoria, dello spettacolo. I Mastella, la Ferilli, i Cordero di Montezemolo, Malagò, tanto per fare qualche nome,  

venerdì 1 luglio 2016

Yara, folla davanti al Tribunale: tra poco la sentenza su Bossetti

Sono già in fila alcuni curiosi che cercano di accaparrarsi i circa trenta posti riservati per il pubblico nell'aula del tribunale di Bergamo dove verrà letta la sentenza del processo a carico di Massimo Bossetti per l'omicidio della tredicenne Yara Gambirasio.

 I giudici della corte d'assise di Bergamo, presieduta da Antonella Bertoja, sono in camera di consiglio da circa otto ore e quando si sono ritirati stamani verso le ore 10 hanno spiegato che il verdetto non sarebbe arrivato prima delle 20. Una ventina di persone, comunque, sono già davanti alle porte di ingresso del tribunale di Bergamo e attendono di riuscire a prendere i posti riservati nell'aula per il pubblico. All'esterno del tribunale numerosi cronisti, operatori delle tv e fotografi.
 BOSSETTI: "DNA È UN ERRORE, VI SUPPLICO FATEMI RIPETERE ESAME" «Sono più che certo che si è verificato un errore» sulla prova regina del Dna «fatemi ripetere l'esame». A parlare nell'aula al piano terra del tribunale di Bergamo è Massimo Bossetti, imputato dell'omicidio di Yara Gambirasio. «Se fossi l'assassino sarei un pazzo a dirvi di ripetere l'esame» dice durante le sue dichiarazioni spontanee. «Sono estremamente sicuro che quel Dna non è mio. Vi supplico, vi imploro - dice rivolto ai giudici della corte d'assise - di fare questa verifica. Datemi questa possibilità perché il risultato vi darebbe sicuramente la verità su di me». Per Bossetti «è impossibile» che la traccia biologica trovata sugli indumenti della vittima sia sua perché «non solo non ho ucciso Yara, nemmeno l'ho mai conosciuta, neppure un contatto ho avuto».

Treno guasto nel Tunnel della Manica, tifosi del Galles bloccati a Folkestone

Centinaia di tifosi gallesi non riusciranno a raggiungere Lille per assistere allo storico quarto di finale di Euro 2016 che vede il Galles affrontare il Belgio. Un incidente occorso nella notte nel Tunnel della Manica a un treno proveniente dalla Francia ha causato grandi ritardi, bloccando la trasferta di numerosi supporters. Nessun ferito, solo tantissimi tifosi gallesi bloccati a Folkestone sulla costa inglese della Manica.


 Le han provate tutte i tifosi del Galles, ma ci sarà ben poco da fare visto che a poche ore dal match un buon numero è ancora bloccato a Folkestone, cittadina inglese dove sbuca il Tunnel della Manica. Impossibilitati a proseguire il viaggio verso Lille, alcuni di loro hanno chiamato la Uefa per un disperato tentativo di posticipare l'inizio della partita, ma senza successo.Il grande ritardo è dovuto a un guasto tecnico che ha colpito un treno proveniente dalla Francia nella serata di giovedì costringendo più di 350 persone all'evacuazione e messa in sicurezza. Con il mezzo bloccato nel tunnel, tutti i trasferimenti da e per la Francia hanno subito forti ritardi, per buona pace della partita di Euro 2016.

Yara, Bossetti prima della sentenza: "Non sono un assassino, vi supplico di ripetere lʼesame del Dna"

"Ancora oggi vi supplico, vi imploro, ripetete l'esame del Dna, perché quel Dna trovato non è il mio". Così Massimo Bossetti, nelle sue dichiarazioni spontanee prima della Camera di consiglio per la sentenza per l'omicidio di Yara Gambirasio, ha ribadito la sua innocenza. "Sarò uno stupido - ha proseguito -, sarò un cretino, sarò un ignorantone ma non sono un assassino: questo deve essere chiaro a tutti".

 "Quello che mi viene attribuito è vergognoso" - "Quello che mi viene attribuito è vergognoso, molto vergognoso - ha detto Bossetti rivolto ai giudici della Corte d'Assise di Bergamo -. Non vedevo il momento di poter parlare non vedevo l'ora di potervi guardare negli occhi per spiegarvi che persona sono, che non è quella che è stata descritta da tanti in quest'aula". In tribunale sua moglie, Marita Comi, e la sua sorella gemella, Laura Letizia.
"Incontrerei i genitori di Yara, l'assassino è libero" - "Sarei felice di incontrare i genitori della piccola Yara, di guadarli negli occhi perché conoscendomi saprebbero che l'assassino è ancora in libertà", ha affermato Bossetti. E ha aggiunto: "Anche loro sono vittime di chi non ha saputo trovare il colpevole".
"Se mi condannate, sarà l'errore del secolo" - "E' impossibile, molto difficile assolvere Massimo Bossetti, ma se mi condannerete sarà il più grave errore del secolo", ha dichiarato ancora il muratore di Mapello. Bossetti, che indossava una polo azzurra e jeans e parlava dal banco, ha quindi ribadito: "Non sono un assassino". Rischia l'ergastolo.
"Sono un uomo di cuore, ho adottato un bimbo a distanza" - Nel corso delle sue dichiarazioni spontanee Bossetti, oltre a ripetere più volte di essere "una persona di cuore" che viveva soltanto "per mia moglie e per i miei figli", ha voluto anche raccontare "un episodio" per descriversi, spiegando di aver "adottato a distanza" un bimbo di una famiglia in Messico. "Mi sono sentito gratificato perché il mio aiuto si è reso utile e ho dato la possibilità a un bambino di proseguire gli studi come vorrebbero tutti per i propri figli", ha aggiunto Bossetti, parlando davanti ai giudici.
"Accetterò il verdetto qualunque esso sia" - Più volte, poi, il muratore di Mapello ha detto di essere stato "insultato, denigrato e anche istigato a confessare qualcosa che non potevo confessare, perché io non sono la persona che è stata dipinta in quest'aula". Al termine delle dichiarazioni ha detto che lui sta "già subendo un ergastolo, due anni di vita rovinata", spiegando anche che "accetterò il verdetto qualunque esso sia perché pronunciato in assoluta buona fede".

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